Articoli

La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con il supporto tecnico operativo di Invitalia, ha pubblicato due nuovi bandi TOCC.

Il primo è dedicato al rinnovamento e consolidamento delle competenze digitali in tutti i processi di produzione e distribuzione, il secondo alla riduzione dell’impronta ecologica degli eventi e dei prodotti culturali, in ogni aspetto della filiera.

Nello specifico gli avvisi pubblici riguardano:

  1. Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale: Interventi per migliorare l’ecosistema in cui operano i settori culturali e creativi, incoraggiando la cooperazione tra operatori culturali e organizzazioni e facilitando upskill e reskill (Azione A I);
  2. Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione ecologica – Promuovere la riduzione dell’impronta ecologica degli eventi culturali favorendo l’inclusione di criteri sociali e ambientali nelle politiche degli appalti pubblici, orientando così la filiera verso l’ecoinnovazione di prodotti e servizi (Azione B I).

I due bandi rientrano nella Missione 1 del PNRR – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, MISURA 3 – Turismo e cultura 4.0, COMPONENTE 3 – Industrie culturali e creative, INVESTIMENTO 3.3 – Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde, SUB-INVESTIMENTI 3.3.1 e 3.3.3.

I bandi prevedono che ogni soggetto possa presentare una sola Domanda di Finanziamento (in forma individuale o di rete) contenente almeno due diversi Progetti (art. 6, comma 5).

Gli investimenti sostengono la realizzazione di progetti di capacity building con lo scopo di rafforzare il capitale umano, i sistemi di gestione e di sviluppo organizzativo dei Soggetti operanti nei settori culturali e creativi sia con riferimento alla transizione digitale che alla transizione ecologica.

Il budget complessivo per i due avvisi è di 20 milioni di euro.

La scadenza è fissata al 25 agosto 2023.

Leggi ulteriori dettagli nel sito ufficiale.

L’annuale «Relazione di monitoraggio sui progressi compiuti» (settima edizione), realizzata dall’Ufficio statistico dell’Unione Europea (Eurostat) ha fornito una visione completa dei progressi compiuti dall’Unione verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Per effettuare la relazione di monitoraggio, sono stati osservati i dati che Eurostat ha iniziato a raccogliere dal 2017 rispetto agli OSS dell’UE. Quindi per trarne i risultati sono state osservate le tendenze degli indicatori sulla base del loro tasso di crescita media annuale negli ultimi 5 anni.

maggiori progressi sono stati riscontrati nei riguardi dell’ obiettivo di assicurare lavoro dignitoso e crescita economica (OSS 8). Dove nel 2022 il tasso di occupazione, delle persone di età compresa fra i 20 e i  64 anni, in tutta l’Unione ha segnato il nuovo massimo storico del 74,6%. Su questo dato però l’Italia è stata la peggiore, segnando il minimo fra i paesi membri con il 64,8%. Allo stesso modo, il tasso di disoccupazione di lungo periodo è calato al minimo storico, segnando un 6,1% (l’Italia 7,8%).

Sono stati compiuti buoni progressi anche per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi di sconfiggere la povertà (OSS 1) e di migliorare la parità di genere (OSS 5).  La percentuale di coloro che subiscono costi abitativi eccessivi è diminuita dal 2015 e le retribuzioni orarie delle donne si stanno avvicinando a quelle degli uomini.

Inoltre, si sono osservati buoni progressi anche per quanto riguarda la riduzione delle disuguaglianze (OSS 10), assicurare un’istruzione di qualità (OSS 4), nel campo della pace e della sicurezza delle persone nel territorio della UE e per un migliore accesso alla giustizia e la fiducia nelle istituzioni (OSS 16). I divari di reddito tra i gruppi più ricchi e quelli più poveri della popolazione si sono ridotti e la UE si sta avvicinando nei tempi previsti all’obiettivo che il 45% della popolazione abbia svolto studi di livello universitario.

L’UE riporta inoltre progressi positivi verso il conseguimento degli obiettivi in materia di salute e benessere (OSS 3), nonostante le battute d’arresto causate dalla pandemia di COVID-19, e per quanto riguarda l’innovazione e le infrastrutture (OSS 9).

Miglioramenti moderati si sono registrati nelle tendenze in merito a consumo e produzione responsabili (OSS 12), città e comunità sostenibili (OSS 11), la vita sott’acqua (OSS 14), sconfiggere la fame (OSS 2), acqua pulita e servizi igienico sanitari (OSS 6) e energia pulita e accessibile (OSS 7).

Mentre non si sono verificati miglioramenti negli OSS 13, 15 e 17: lotta contro il cambiamento climatico, la vita sulla terra e partnership per gli obiettivi .

Per affrontare in maniera più concreta la lotta contro il cambiamento climatico (OSS 13), l’UE ha posto in atto misure strategiche attraverso il pacchetto “Pronti per il 55%”. Questo pacchetto consiste in un insieme di proposte che vogliono impattare sull’obiettivo di ridurre entro il 2030 del 55% delle emissioni gas a effetto serra. Le proposte sono volte a rivedere e aggiornare le normative dell’UE al fine di garantire che le politiche Europee siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Oltre a quanto sopra citato, nell’edizione del 2023 vengono analizzati per la prima volta gli impatti delle crisi attuali, tra cui gli impatti dell’invasione Russa dell’Ucraina sulla crisi energetica e le ripercussioni della pandemia di COVID-19 durante il 2022 e l’inizio del 2023, sempre attraverso le statistiche ufficiali Eurostat.

Leggi i dettagli della relazione.

Leggi di più sul pacchetto “Pronti per il 55%”.

La Commissione europea ha pubblicato il documento “Greening the Creative Europe Programme”, un nuovo studio che definisce le misure che il programma Europa Creativa dovrebbe adottare per diventare più sostenibile e sostenere gli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici.

La strategia analizzata nella pubblicazione evidenzia le necessità emerse dallo studio, che sono:

  • una guida che orienti sia richiedenti che beneficiari;
  • sviluppare raccomandazioni per il monitoraggio e la valutazione degli aspetti verdi delle proposte di progetto;
  • raccogliere buone pratiche che supportino la sensibilizzazione sulla necessità di una transizione verde nei settori culturali e creativi;
  • documentare i progressi nell’ambito del precedente programma Europa Creativa (2014-2020) grazie al monitoraggio dei progetti che perseguono obiettivi di sostenibilità.

In aggiunta, sono presenti tre documenti che indicano tutte le raccomandazioni:

  1. La strategia di greening: questo documento identifica i ruoli delle principali parti interessate e fornisce una tabella di marcia incrementale per il greening che le attività culturali e creative possono sostenere per contribuire alla transizione verso un’economia verde, promuovendo la sostenibilità e la consapevolezza ambientale.
  2. La guida alle buone pratiche ambientali: si tratta di una raccolta di raccomandazioni e buone pratiche ambientali selezionate tramite una panoramica completa degli obiettivi e degli strumenti a supporto del greening.
  3. Il sistema di monitoraggio del programma Greening: il documento analizza il sistema di “green indicators”, che si basa principalmente su due criteri: rilevanza e qualità.

Il criterio di rilevanza necessita di essere dimostrato attraverso l’orizzontalità sulle tematiche di inclusione e diversità, passando dalla riduzione dell’impatto ambientale e dalla parità di genere.

Per il criterio di qualità, le domande di progetto devono dimostrare che i richiedenti affronteranno le priorità orizzontali elencate nei criteri con gli obiettivi del progetto e le attività concrete.

Per scaricare il documento completo collegati qui.

L’UE ha adottato una serie di ambiziose misure per il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità e neutralità climatica, nell’ambito del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%”.

Il pacchetto include la revisione di tredici leggi tra loro interconnesse relative al clima e all’energia, nonché l’elaborazione di sei proposte in direzione della riduzione delle emissioni dal 40 al 55% entro il 2030 indicata dalla Legge europea sul clima, che rende giuridicamente vincolante il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Tra le iniziative adottate dall’UE in ottemperanza a tali obblighi rientra anzitutto la riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) per il settore industriale, secondo il quale le imprese devono acquisire permessi per ogni tonnellata di CO2 rilasciata nell’atmosfera attraverso delle aste. L’ETS coinvolge circa il 40% di tutte le emissioni di gas effetto serra dell’UE, per un totale di 11.000 centrali e impianti energetici; per questo, l’obiettivo è raggiungere la riduzione delle emissioni in tali settori di più del 60% rispetto ai livelli del 2005.

In secondo luogo, l’UE è al lavoro per il taglio delle emissioni nei trasporti, dal settore dell’aviazione a quello marittimo fino a quello automobilistico. Il Parlamento europeo ha infatti approvato la riforma dell’ETS nel settore dell’aviazione, con l’obiettivo di estendere il meccanismo anche al trasporto marittimo e di favorire l’accelerazione sull’impiego di carburante sostenibile. Per le automobili, invece, i provvedimenti proposti sono il raggiungimento di emissioni zero entro il 2035 e l’introduzione della tariffazione del carbonio per il trasporto su strada e il riscaldamento (ETS II).

È stato inoltre elaborato il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM), che introdurrebbe una tassa sul carbonio alle importazioni di alcuni beni provenienti da Stati con norme sul clima meno stringenti di quelle UE. L’obiettivo è raggiungere la piena attuazione della misura entro il 2032, per favorire la decarbonizzazione delle imprese commerciali e dei Paesi partner economici dell’UE evitando la delocalizzazione delle emissioni.

Infine, la Commissione ha proposto un taglio del 40% delle emissioni rispetto al 2005 per i settori che non rientrano nell’attuale sistema di scambio di quote, ovvero agricolturaedilizia, gestione dei rifiuti e parte dei trasporti, tramite obiettivi concordati di emissione nazionale calcolati in base al PIL pro capite di ogni Stato membro e un meccanismo di aggiustamento per i Paesi svantaggiati. A tali scopi, l’UE è intenzionata a fare uso delle capacità di assorbimento delle foreste europee per la riduzione dei gas serra e il miglioramento dei pozzi naturali di carbonio negli ambiti inerenti all’uso del suolo e della silvicoltura, con una riforma che agevolerebbe obiettivi ancora più ambiziosi del 55% fissato per il 2030.

Per ulteriori dettagli e approfondimenti vai qui.