Il 10 dicembre si è svolto l’evento conclusivo del progetto BufalEU, promosso dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna.

Il progetto, nato dall’esigenza di sviluppare una maggiore consapevolezza sulle modalità di diffusione delle fake news e sugli strumenti per contrastarle, ha proposto una metodologia innovativa che, attraverso workshop e attività laboratoriali basati sul modello LEGO® SERIOUS PLAY®, ha favorito lo sviluppo di competenze critiche e di cittadinanza attiva tra gli studenti del Collegio.

Grazie ai workshop, gestiti dai formatori di InEuropa, i ragazzi hanno potuto avere un’idea più chiara delle fake news e dei meccanismi che vi sono alla base, soprattutto al fine di poter reagire alla loro diffusione e generazione.

Inoltre, il progetto ha rappresentato anche un momento di riflessione sull’impatto che le fake news possono avere all’interno dell’Unione Europea e su cosa sta facendo la Commissione in una logica di politiche e di interventi diretti.

L’evento conclusivo, svoltosi presso il Teatro della Fondazione Collegio San Carlo, ha rappresentato un momento di sintesi dei risultati ottenuti e insieme un’occasione di approfondimento sul rapporto tra informazione, tecnologia e cittadinanza europea, in linea con gli obiettivi strategici individuati dal bando regionale “Europa delle cittadine e dei cittadini” e con la Strategia regionale Agenda 2030.

Partirà a Gennaio 2024, con una durata di 24 mesi, il progetto CLYMACT finanziato nell’ambito del bando 2024 Reti di Città del Programma CERV (CERV-2024-CITIZENS-TOWN-NT) e capofilato dall’Unione Reno Galliera.

CLYMACT è il frutto di un percorso di formazione e accompagnamento seguito da InEuropa che ha portato l’Unione Reno Galliera a candidarsi come capofila. Il progetto riunisce 5 autorità locali e un Ong di 5 paesi europei: Italia, Grecia, Spagna, Ungheria e Croazia e mira ad attivare un confronto sulle principali sfide ambientali affrontate in ciascun contesto coinvolto. Gli enti partner e le rispettive comunità locali, in particolare giovani cittadini (18-30 anni), condivideranno pratiche e identificheranno insieme soluzioni comuni in un dibattito transnazionale. 

Tra i protagonisti dell’iniziativa non potevano mancare i membri della Global Action Plan International, di cui InEuropa stessa è antenna italiana, rete che funge da catalizzatore globale, condividendo gli approcci, gli strumenti e i programmi sviluppati dalle organizzazioni partner, finalizzati ad affrontare le sfide ambientali e sociali urgenti e promuovere uno stile di vita sostenibile, coinvolgendo le persone come chiave per raggiungere questo obiettivo. Plan de Acción Global in Spagna è la ONG che rappresenterà e coinvolgerà la comunità giovane della Unione di comuni Nerbioi-Ibaizaba nei Paesi Baschi, così come TVE a Budapest affiancherà la città di Zuglo, partner ungherese.

CLYMACT prevede 6 eventi transnazionali in presenza nei Paesi partner (IT, GR, ES, HR, HU), ognuno dei quali affronterà un tema centrale, e 2 eventi online (evento di avvio e di chiusura). I temi saranno: mobilità sostenibile; povertà energetica; povertà alimentare; gestione dei rifiuti urbani con particolare attenzione ai rifiuti alimentari, alla prevenzione dei rifiuti organici e al compostaggio e alle azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici in ambito urbano.

Ogni evento coinvolgerà i rappresentanti dei partner e una delegazione di gruppi di giovani (Young Spokespeople) delle città partner che discuteranno e lavoreranno insieme per analizzare i problemi ambientali e sviluppare soluzioni condivise. In ogni paese sono inoltre previste attività locali, condotte dai gruppi di giovani, con scuole e associazioni volte a trasferire i risultati del progetto e dare seguito al dibattito a livello locale. 

I risultati attesi da CLYMACT saranno:

>la creazione di una rete di città europee sensibili e disposte a dialogare con i giovani per lo sviluppo di politiche sostenibili 

>il trasferimento e la diffusione di buone pratiche come risultato dello scambio europeo, integrando anche suggerimenti e iniziative in un’agenda di lavoro che sarà adottata dai Comuni 

>una maggiore consapevolezza del clima da parte dei giovani cittadini e il loro impegno nell’advocacy e nell’attivismo a lungo termine e una maggiore comprensione dei meccanismi decisionali locali.

Il 12 dicembre si è tenuto, presso la Sala Ex-consiglio della Provincia di Forlì-Cesena, a Forlì, l’evento di restituzione del progetto “FOCE: Formare e sviluppare le competenze del territorio di Forlì-Cesena sui Fondi Europei”

L’incontro è stato l’occasione per discutere del bando per la promozione della cittadinanza europea della Regione Emilia-Romagna e soprattutto per raccontare il percorso del progetto FOCE, realizzato dalla provincia di Forlì-Cesena nell’ambito di tale bando.

La conferenza è stata aperta da Milena Garavini della provincia di Forlì e Cesena che ha sottolineato l’importanza di questo progetto per fare rete tra gli attori del territorio; di seguito la dirigente Caterina Brancaleoni ha sottolineato l’importanza del bando per la promozione della cittadinanza europea allo scopo di avvicinare il territorio della regione alle opportunità europee, una iniziativa che continuerà ma che potrà subire modifiche per il prossimo triennio alla luce anche per l’ insediamento della nuova commissione europea. Successivamente Elena Lotti, referente dell’Ufficio Europa della Provincia di Forlì-Cesena, ha presentato la struttura del progetto FOCE sottolineando l’alto numero di partecipanti al progetto da parte degli enti del territorio.

Andrea Pignatti di InEuropa ha presentato il percorso svolto, evidenziando come i diversi momenti realizzati fossero in diretto collegamento con il corretto processo di progettazione. Un percorso che ha consentito di realizzare un mappa strategica dei progetti rispetto ai finanziamenti europei e regionali e tre draft di progetti, realizzati dai tre gruppi tematico-territoriali.

L’evento si è concluso con una breve tavola rotonda in cui sono state raccolte riflessioni e prospettive future dei partecipanti, tutte indirizzate ad una continuazione di questa esperienza che è stata molto gradita e partecipata.

Si è concluso il 5 dicembre a Modena presso la Polisportiva di Modena Est, il Progetto PARTECIPA relativo alla riqualificazione del Parco del Laghetto di Modena Est, sostenuto dal Comune di Modena.

Il progetto è stato coordinato dalla cooperativa Coopattiva in partnership con l’associazione Pianeta, la Polisportiva di Modena Est, il Comitato dei Cittadini di Modena Est.

InEuropa ha seguito il progetto fin dalla fase di elaborazione e candidatura ed è stata coinvolta nella implementazione dello stesso seguendo tutte le fasi e gestendo l’indagine mirata a raccogliere i punti di vista e le proposte dei cittadini e degli stakeholder locali, ricoprendo un ruolo importante di supporto ed implementazione del percorso partecipativo.

La serata ha visto la partecipazione del Comune di Modena nella presenza dell’Assessore ai Lavori pubblici, Edilizia, Infrastrutture e Reti, Mobilità, Sicurezza del Territorio Giulio Guerzoni che ha raccontato gli interventi svolti presso il Parco e altre iniziative che verranno realizzate in futuro. Oltre ai saluti dei membri del partenariato, è stato presentato un video dell’intera esperienza.

Infine, InEuropa ha illustrato tutte le tappe del percorso partecipativo che ha coordinato a partire dall’inaugurazione del progetto il 4 Marzo, sino alla chiusura del progetto. Si è trattato di un percorso che ha visto coinvolti cittadini, bambini/e, ragazzi/e e gli stakeholder della zona attraverso varie modalità di coinvolgimento quali questionari, world caffè e laboratori con LEGO® SERIOUS PLAY®.

Sono state coinvolte oltre 200 persone che hanno permesso di elaborare e proporre una serie di raccomandazioni relative alla governance, alle infrastrutture, alle attività e alla comunicazione da implementare presso il Parco del Laghetto utili a legittimare le azioni proposte e ad accompagnare il Comune di Modena nella sfida di riqualificazione dell’area per il futuro.

 

Sabato 7 Dicembre 2024 si è svolto, presso la Fondazione Castello di Padernello, il workshop “La crisi climatica nelle zone rurali”, parte del progetto SURF – Sustainable Rural Future. Abbiamo lavorato con 12 membri della comunità locale provenienti da diversi contesti: da rappresentanti di associazioni locali (Legambiente, Strade Basse, Condotta TerreAcque Bresciane di Slow Food, Fondazione Castello di Padernello), a membri delle amministrazioni pubbliche e agricoltori locali.

Dopo una prima introduzione al progetto SURF e ai suoi obiettivi, abbiamo brevemente approfondito alcune delle nozioni principali dell’adattamento al cambiamento climatico, in particolare i concetti di mitigazione e adattamento, considerate due facce complementari della stessa medaglia, le componenti del quadro dei rischi (minacce, esposizione, vulnerabilità), la capacità di adattamento e il maladattamento.

Siamo poi entrati nel pieno dell’attività del workshop, dove i partecipanti, suddivisi in tre gruppi, hanno lavorato insieme con specifico riferimento alla Bassa Bresciana, per identificare rischi, elementi prevalentemente esposti alle minacce climatiche e specifiche vulnerabilità sia in termini di sensibilità che di capacità di adattamento. 

I diversi background dei partecipanti hanno contribuito a costruire una visione multiprospettica dei rischi e delle vulnerabilità dell’area della Bassa Bresciana, così come delle possibili conseguenze di questi pericoli. Tra i rischi con maggiore probabilità di accadere troviamo: aumento delle temperature, ondate di calore e periodi di siccità e una diminuzione delle risorse idriche, aumenti della frequenza di forti tempeste, episodi di piogge torrenziali e inondazioni, comparsa di specie invasive e aumento di infestazioni di parassiti e zoonosi. Un elemento importante emerso è che i rischi legati al cambiamento climatico non sono solo ambientali, ma anche sociali quali la disgregazione sociale. Tra le conseguenze, sia sociali che ambientali, invece abbiamo: perdita della biodiversità, aumento dei costi sociali, desertificazione, incremento di malattie, deterioramento infrastrutturale, riduzione dei capi bestiame e cambiamento delle colture agricole, declinate ognuna poi sulle specificità del territorio bresciano oggetto del lavoro.

Questo processo ha aiutato a mettere in luce anche le capacità di adattamento già esistenti nel territorio, iniziative valide (già attive o che sono state attivate ma poi non sono riuscite a trovare un seguito) che possono fungere da punto di partenza per lo sviluppo di future nuove ed efficaci strategie di adattamento. E’ inoltre emerso come molte delle competenze e metodologie locali del passato possano essere una chiave per adattarsi efficacemente alle sfide climatiche del presente.

È stata una mattinata di grande successo e arricchimento, dove è emersa in maniera chiara la necessità di replicare l’attività con altre persone e in diversi ambiti, in particolare coinvolgendo i tecnici delle amministrazioni comunali, gli studenti delle scuole superiori e la cittadinanza locale.

I semi di Just Action hanno iniziato a germogliare, con la partenza del progetto Erasmus+ Just Maps – Schools strengthening global citizenship by mapping local communities, che porta avanti il viaggio nell’Educazione alla Cittadinanza Globale con un focus specifico sulla partecipazione attiva e sull’azione di bambin* e ragazz*.

Nei suoi 36 mesi di durata prevista, il progetto si propone di accompagnare l’azione di studentesse e studenti (8-15 anni) nelle proprie comunità locali, in un’ottica da cittadine e cittadini globali, grazie alla costruzione di mappe digitali della loro città. Le mappe aiuteranno a mettere in evidenza i problemi e le opportunità per migliorare le comunità locali, e saranno la base per un’azione congiunta degli studenti delle scuole coinvolte. Pianificheranno soluzioni e azioni insieme, rilevando quanto i problemi locali siano in realtà interconnessi, e mantenendo uno sguardo non eurocentrico, ma che li porti oltre, fino ad altri continenti (Kenya). Le insegnanti e gli insegnanti saranno dei facilitatori di questo processo, specificamente formati per sostenere le proprie classi nell’azione. Come in Just Action, anche in Just Maps gli studenti e le studentesse diventeranno protagonisti del proprio percorso di apprendimento.

La partnership vede l’esperienza dei partner spagnoli, italiani e irlandesi del network internazionale Global Action Plan International (già parte del team di Just Action) rafforzata ed estesa dall’ingresso nella squadra di membri GAP da Polonia e Kenya, oltre che dalla presenza attiva di scuole spagnole, italiane e kenyane: l’Istituto Comprensivo Statale Umberto I da Lanciano e Artxandape Ikastola da Bilbao (già beneficiari di Just Action), più la Zaragoza School House da Saragozza e Aga Khan Academy da Mombasa. In Polonia e Irlanda verranno coinvolte altre scuole come associate: Just Maps coinvolgerà attivamente studenti e docenti in tutti i Paesi della partnership.

Il 4 Dicembre i partner si sono incontrati online per il primo meeting di progetto e stabilire insieme i primi passi da compiere per passare subito all’azione. Le insegnanti e gli insegnanti delle scuole partner si sono potute conoscere reciprocamente per la prima volta, affiancate dai membri di GAP dei loro Paesi, e tutti i partner hanno condiviso le proprie aspettative e le proprie idee sul progetto. 

Da dove nasce Just Maps? Durante l’implementazione di Just Action (concluso a Novembre 2024, ma i cui materiali sono sempre accessibili e gratuiti sul sito ufficiale), è diventato evidente che le attività didattiche preferite dagli studenti e dalle studentesse fossero quelle che li portavano ad agire nelle comunità locali e con i suoi membri, ad essere più attivi oltre la scuola, a sentirsi parte integrante della società locale. Ed ecco Just Maps: una nuova operazione che parte proprio dalla comunità, e mette teste, mani e cuori di bambini e ragazzi dagli 8 ai 15 anni per la sua analisi e miglioramento. 

Buon inizio, Just Maps!

L’11 novembre 2024, InEuropa e l’Università di Siena hanno organizzato un evento formativo online per presentare i risultati del progetto ATTUNE ad altre università italiane, mettendo in luce l’esperienza dell’Università di Siena, e per fornire indicazioni su come trasferire, adattare e implementare il programma ATTUNE in altri campus universitari in Italia. L’evento è stato anche l’occasione per condividere le buone pratiche e le esperienze delle singole università sulle attività di sostenibilità ambientale e comprendere meglio le loro prospettive e i contesti in cui operano.

Hanno partecipato 22 persone, tra docenti, dottorandi, personale tecnico amministrativo e studenti, provenienti da 15 diverse università italiane, interessate a conoscere meglio il progetto e a capire come poterlo attivare all’interno dei propri campus universitari.

Il messaggio principale che abbiamo trasmesso è che ATTUNE è un progetto che lavora a livello orizzontale, che si concentra su ciò che le persone appartenenti alla comunità universitaria possono fare (personale docente, personale tecnico, ricercatori, studenti, ecc.). Abbiamo anche sottolineato l’importanza del confronto tra persone provenienti da Facoltà, Dipartimenti e contesti diversi, che è arricchente e può essere fondamentale per avere un grande impatto collettivo per affrontare la crisi climatica non solo all’interno del proprio Campus universitario, ma anche nella loro quotidianità  anche fuori dal contesto accademico. Infatti, il valore aggiunto dell’esperienza ATTUNE è il coinvolgimento dell’intera comunità universitaria,non solo appartenente alle facoltà STEM, ma di qualsiasi Facoltà e Dipartimento. Quest’ultimo punto è fondamentale per rafforzare l’approccio interdisciplinare e per favorire il cambiamento dei comportamenti a tutti i livelli, andando oltre il puro approccio accademico.

Durante l’evento abbiamo invitato i partecipanti a condividere la propria percezione e conoscenza delle attività che le università di appartenenza mettono in atto per affrontare la crisi climatica e quali tipi di azioni sostenibili e risorse concrete sono disponibili/vengono attivate e da chi. Questo esercizio ha aiutato ad avere una panoramica delle prospettive delle diverse università e a introdurre l’obiettivo del progetto ATTUNE stesso.

ATTUNE è stato poi presentato da Barbara Grazzini passo dopo passo, evidenziando le principali raccomandazioni formulate dalle università partner di ATTUNE e in particolare l’esperienza dell’Università di Siena con la Dott.ssa Gaia Ceccarelli, in riferimento al contesto italiano. Infine, due membri del gruppo di Ricerca-Azione (RATs) Mobilità italiano, gli studenti Giulia Manganelli e Tommaso Marcucci, hanno presentato il lavoro svolto da tutti i gruppi attivi dell’Università di Siena, condividendo la loro esperienza personale e il loro sforzo nel continuare a costruire una rete attiva di comunità studentesche universitarie impegnate ad affrontare la crisi climatica e ad avere un impatto non solo all’interno della propria università ma nel proprio quotidiano, a livello nazionale ed internazionale.

La registrazione e le presentazioni dell’evento sono disponibili sul sito ufficiale del progetto.

Martedì 26 novembre, a Ravenna, si sono svolti due workshop nell’ambito di Europe Game, un progetto del Centro Europe Direct della Romagna e del Comune di Ravenna per scoprire l’Unione europea, i diritti fondamentali garantiti dall’UE e il Green deal europeo, cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna.

In particolare, i due laboratori, destinati ad adolescenti e adulti, hanno fatto parte dell’iniziativa Bricks4rights. I workshop sono stati svolti con la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® (LSP) da Barbara Grazzini e Andrea Pignatti (facilitatori certificati sul LEGO® SERIOUS PLAY®), che hanno garantito la corretta esecuzione, e quindi efficacia, del percorso.

LEGO® SERIOUS PLAY® è una metodologia di facilitazione orientata al confronto in contesti di collaborazione, dove i mattoncini LEGO sono impiegati come strumento rappresentativo e metaforico al fine di stimolare una riflessione su un tema comune.

I laboratori sono stati impostati attraverso un percorso di domande rispetto ai valori dell’UE: i partecipanti hanno fornito le risposte attraverso la composizione di modelli LEGO da loro stessi creati. In seguito, durante i laboratori, sono state realizzate interviste e riprese ai modelli realizzati così da restituire l’esperienza.

Bricks4Rights ha permesso ai ragazzi e agli adulti di esprimersi liberamente, senza paura di essere giudicati, in un contesto aperto, sereno, rilassato e divertente, ma soprattutto rispettoso delle opinioni altrui. Attraverso i workshop non è stato raggiunto solo lo scopo di aumentare la consapevolezza verso i valori e diritti europei, ma anche quello (non meno importante) di far emergere sentimenti, passioni, pensieri.

Per conoscere ulteriori eventi del progetto Europe Game, collegati qui.

È iniziato il percorso con la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® all’interno del progetto BufalEU, promosso dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena.

Il progetto, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, è rivolto agli studenti del collegio per interrogarsi e riflettere sul concetto di fake news.

Grazie ai workshop, gestiti dai formatori di InEuropa, i ragazzi potranno avere un’idea più chiara e poliedrica delle fake news in una logica di come nascono, degli obiettivi che ci sono alla base, ma soprattutto di come poter reagire alla loro diffusione e generazione.

Il progetto si configura anche come un momento per riflettere su quale impatto le fake news possono avere all’interno dell’Unione Europea e soprattutto cosa sta facendo la Commissione in una logica di politiche e di interventi diretti anche attraverso programmi quali Europa Creativa ed Erasmus+.

Un percorso collaborativo e divertente per sviluppare il senso critico rispetto a ciò che è vero e ciò che è falso.

È terminato il percorso realizzato con la metodologia LEGO® SERIOUS PLAY® presso il Comune di Castelnuovo Rangone e indirizzato agli studenti della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi”.

Il percorso, gestito da InEuropa, è stato strutturato con 14 workshop che hanno coinvolto oltre 140 studenti sul tema della mobilità sostenibile all’interno del progetto “Move to be green” in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

È stata un’esperienza per sensibilizzare e riflettere su come muoversi in maniera sostenibile all’interno del Comune di Castelnuovo Rangone, dando strumenti di riflessione agli studenti così da influenzare i comportamenti anche delle loro famiglie in un’ottica sostenibile.

Un progetto straordinario che ha avuto anche la possibilità di far riflettere adulti in un workshop separato così da integrare la visione degli studenti con quella dei genitori.

Il progetto consentirà di esporre i modelli realizzati dalle diverse classi coinvolte in una mostra aperta a tutta la cittadinanza che si terrà il 23 novembre.