Conflitti Armati e Crisi Climatica rappresentano le maggiori minacce alla sicurezza alimentare: pubblicato il nuovo Rapporto FAO e WFP

Il 2 novembre 2024 è stato pubblicato l’“Hunger Hotspots FAO–WFP early warnings on acute food insecurity(giugno – ottobre 2024). Il Report, pubblicato dalla FAO (Food and Agricultural Organization of United Nations) e dal WFP (World Food Programme) analizza le condizioni dell’insicurezza alimentare acuta rispetto ai Paesi individuati nelle 3 fasce critiche.

Il Rapporto individua 3 categorie di insicurezza alimentare che possono essere così suddivise:

  • Hotspots di massima preoccupazione: Paesi che si trovano in condizioni di carestia o rischio di carestia, o con popolazioni già in stato di catastrofe. In questa categoria rientrano: Mali, Sudan, Sud Sudan, Palestina, Haiti.
  • Hotspots molto preoccupanti: Paesi in cui popolazioni consistenti si stima o si prevede che stiano affrontando livelli di emergenza di insicurezza alimentare acuta o che siano identificate come gravemente insicure dal punto di vista alimentare; In questa categoria rientrano: Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Siria,Yemen.
  • Hotspot: altri Paesi/territori in cui l’insicurezza alimentare acuta potrebbe peggiorare ulteriormente durante il periodo di previsione e che sono stati identificati come punti caldi della fame. Sierra Leone, Burkina Faso, Nigeria, Repubblica Centrale Africana, Malawi, Mozambico, Zambia, Zimbabwe, Somalia, Etiopia, Libano.

Secondo l’analisi FAO e WFP, le condizioni dei Paesi che si trovano in una di queste tre categorie peggioreranno a causa di due fattori principali: i conflitti armati e la crisi climatica

I conflitti armati restano la causa primaria dell’insicurezza alimentare acuta tra i Paesi facenti parte degli hotspots citati. Nei contesti di guerra, infatti, i problemi principali sono collegati all’aumento delle persone sfollate, la distruzione dei sistemi alimentari e il ridotto aiuto umanitario che peggiorano la disponibilità e l’accesso al cibo. Alcuni tra i Paesi che attualmente risentono delle condizioni peggiorative causate dai conflitti armati sono: la Palestina (in particolare nella Striscia di Gaza), il Libano e la Siria; il Sudan e i Paesi limitrofi ossia Sud Sudan e Ciad.

I fenomeni meteorologici estremi, come piogge eccessive, tempeste tropicali, cicloni, inondazioni, siccità e aumento della variabilità climatica, rimangono fattori significativi di insicurezza alimentare in alcuni Paesi e regioni. 

A destare maggior preoccupazione è La Niña (ossia quel fenomeno oceanico atmosferico che influenza – raffreddando – le temperature delle acque superficiali del Pacifico centrale e orientale, capace di influenzare il clima dell’intero globo terrestre) che si aspetti prevalga tra agosto 2024 e febbraio 2025, e che influenzerà in modo significativo la distribuzione delle piogge e le temperature. Questo fenomeno potrebbe migliorare le prospettive agricole, ma aumenta anche il rischio di inondazioni in alcune zone del Sud Sudan, Somalia, Etiopia, Haiti, Ciad, Mali e Nigeria, oltre che in Sudan. Alcuni di questi Paesi vivrebbero, dunque, disagi collegati contemporaneamente sia ai conflitti armati in corso che alle condizioni climatiche avverse. 

Il Report, infine, invita i responsabili delle decisioni ad intervenire in maniera precoce attraverso un’adeguata assistenza nelle zone classificate e tramite azioni preventive, senza aspettare un ulteriore deterioramento dell’insicurezza alimentare per sottrarre le persone vulnerabili alla dipendenza dall’assistenza alimentare di emergenza.

Il Report integrale può essere consultato al seguente link