La Comunicazione relativa a un partenariato rinnovato con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Stati ACP), pubblicata dalla Commissione europea (CE) lo scorso 22 novembre contestualmente alla definizione di un approccio strategico per lo sviluppo sostenibile in Europa e nel mondo (v. anche la comunicazione sulle prossime tappe per un futuro europeo sostenibile e la proposta per nuovo consenso europeo sullo sviluppo), propone gli elementi cardine per una fase nuova e sostenibile nelle relazioni UE-ACP, da realizzare a partire dal 2020, anno in cui si concluderà l’accordo di partenariato di Cotonou.
L’accordo di Cotonou regola le relazioni tra l’UE e 78 Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico dal 2000. Esso è orientato su temi fondamentali come: eradicazione della povertà, sviluppo sostenibile, graduale integrazione dei Paesi ACP nell’economia mondiale, promozione della pace e della sicurezza e stabilizzazione della situazione politica, cambiamento climatico, sicurezza alimentare, fragilità dello stato ed efficacia degli aiuti.
La comunicazione del 22 novembre si fonda sui valori e obiettivi condivisi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e sulla Strategia Globale dell’UE per la politica estera e di sicurezza che fornisce una guida strategica per gli interessi e le azioni esterne dell’UE. È inoltre coerente con la proposta per un nuovo consenso europeo sullo sviluppo, pubblicata lo stesso giorno.
Il modello di partenariato concepito implica uno slittamento verso il livello regionale e mette in relazione i Paesi ACP con le regioni vicine che giocano un ruolo fondamentale per il raggiungimento di obiettivi chiave come pace e sicurezza e una migliore gestione della migrazione.
Il partenariato dovrebbe prevedere un accordo ombrello con interessi e valori condivisi che facilita la cooperazione a livello internazionale, di pari passo con partenariati specifici regionali per l’Africa, il Pacifico e i Caraibi per affrontare problemi e sfide che caratterizzano le singole aree.
Per quanto riguarda l’Africa, continente con enormi opportunità ma ancora in preda a una serie di conflitti e gravi problemi come povertà, disoccupazione e disuguaglianza, la CE prevede tra le priorità il raggiungimento di pace, stabilità e livelli adeguati di sviluppo umano, consolidamento della democrazia e buona governance, sostegno alle opportunità economiche, gestione della migrazione.
Anche i Caraibi si trovano di fronte a sfide che l’UE è interessata ad affrontare, per esempio il cambiamento climatico, la sicurezza dei cittadini, la buona governance e i diritti umani, la tutela dell’ambiente e le energie sostenibili. Anche problemi come l’integrazione regionale, la crescita del commercio e la creazione di posti di lavoro, la lotta alle disuguaglianze e la mitigazione dei disastri ambientali sono ai primi posti dell’agenda per questa regione.
Infine, l’alto numero di nazioni insulari e i loro immensi territori marittimi fanno degli Stati del Pacifico un attore importante per affrontare certe sfide globali, soprattutto in relazione alla vulnerabilità alle catastrofi naturali e al cambiamento climatico. Il partenariato rinnovato con l’UE darà priorità anche alla buona governance, ai diritti umani, alle questioni di genere e alla crescita sostenibile e inclusiva.
L’adozione di questa comunicazione è un pilastro importante che promuoverà il dibattito con gli stakeholder. L’intenzione della CE è di sfruttare questo stimolo per stabilire una Raccomandazione per il Consiglio che includa direttive per le negoziazioni nel corso del 2017. A seguito di un accordo con il Consiglio su tali direttive, si potranno iniziare i lavori per stilare un nuovo partenariato con i Paesi ACP.
I passi a seguire saranno quindi una serie di attività di confronto con gli stakeholder fino a metà 2017 per meglio definire le direttive di negoziazione. Gli stakeholder da consultare includono Stati membri, Parlamento Europeo, Paesi ACP e non, attori non statali, organizzazioni regionali, autorità locali. Le negoziazioni con i Paesi ACP dovranno iniziare ufficialmente 18 mesi dalla scadenza dell’Accordo di Cotonou (2020), ma probabilmente inizieranno ancora prima per garantire tempo sufficiente alla conclusione dell’accordo di partenariato.
Il testo integrale della Comunicazione è disponibile qui.
Per approfondimenti:
Fact Sheet – Towards a renewed partnership with African, Caribbean and Pacific Countries after 2020