Si è tenuto ieri, 22 febbraio 2016, presso la sede del Comitato Economico e Sociale a Bruxelles, il seminario dal titolo “Integrating refugees into the labour market: turning the crisis into an opportunity”. L’incontro è stato occasione per discutere delle sfide che gli Stati membri stanno affrontando nell’accoglienza ed inclusione di quanti arrivano sul territorio comunitario come richiedenti asilo e analizzare alcune esperienze implementate al riguardo.
Nella prima parte del seminario rappresentanti di istituzioni europee (Parlamento Europeo, Eurofound e Comitato Economico Sociale) e dell’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni hanno presentato i numeri del fenomeno, le rotte principali, i paesi di origine e di arrivo, così come le caratteristiche anagrafiche ed economiche di quanti giungono in Europa. L’inclusione di quanti ottengono lo status di rifugiati risulta centrale se si guarda alla portata del fenomeno così come alle caratteristiche anagrafiche di quanti arrivano. Nello specifico il 2015 ha registrato un incremento di domande presentate (attestato a circa 1.256.600 domande), e si prevede che il numero di richieste aumenterà ulteriormente nel 2016. I paesi di provenienza si confermano essere Siria, Afghanistan e Iraq, seguiti da Nigeria, Gambia ed Eritrea. I paesi Europei maggiormente interessati dal fenomeno, considerando il rapporto tra domande di asilo e popolazione, sono: Belgio, Svezia, Finlandia, Germania e Austria. In riferimento alle caratteristiche anagrafiche di quanti arrivano invece, il gruppo più numeroso è quello di coloro con un’età inferiore ai 34 anni. In considerazione di ciò, i relatori hanno sottolineato l’importanza che istituzioni locali, associazioni, centri per l’impiego ecc. collaborino per erogare servizi di formazione (linguistica e professionale) a quanti ottengono lo status di rifugiati. È stata inoltre sottolineata l’importanza di giungere ad una legislazione comunitaria condivisa in tema di asilo che superi quella in essere con la Convenzione di Dublino.
Nella seconda parte del Seminario sono poi state presentate alcune best practices sviluppate in Europa e tese a favorire l’inclusione abitativa, sociale, e lavorativa di quanti ottengono il riconoscimento dello status di rifugiato. Nello specifico, un’interessante progetto è quello implementato a Bruxelles dall’Associazione DUO for a JOB. L’associazione è infatti impegnata in un progetto teso a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani migranti (di età inferiore ai 30 anni), attraverso attività di mentoring. Nello specifico, i ragazzi che entrano nel programma, vengono affiancati nel loro percorso di formazione e inserimento nel mondo del lavoro da professionisti (di età superiore ai 50 anni) in pensione con competenze nel settore di interesse dei giovani. Maggiori informazioni riguardo questa iniziativa sono disponibili sul sito dell’associazione.
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Articolo redatto da Giulia Spezzani di InEuropa (proprietà riservata)