L’UE ha adottato una serie di ambiziose misure per il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità e neutralità climatica, nell’ambito del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%”.
Il pacchetto include la revisione di tredici leggi tra loro interconnesse relative al clima e all’energia, nonché l’elaborazione di sei proposte in direzione della riduzione delle emissioni dal 40 al 55% entro il 2030 indicata dalla Legge europea sul clima, che rende giuridicamente vincolante il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Tra le iniziative adottate dall’UE in ottemperanza a tali obblighi rientra anzitutto la riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS) per il settore industriale, secondo il quale le imprese devono acquisire permessi per ogni tonnellata di CO2 rilasciata nell’atmosfera attraverso delle aste. L’ETS coinvolge circa il 40% di tutte le emissioni di gas effetto serra dell’UE, per un totale di 11.000 centrali e impianti energetici; per questo, l’obiettivo è raggiungere la riduzione delle emissioni in tali settori di più del 60% rispetto ai livelli del 2005.
In secondo luogo, l’UE è al lavoro per il taglio delle emissioni nei trasporti, dal settore dell’aviazione a quello marittimo fino a quello automobilistico. Il Parlamento europeo ha infatti approvato la riforma dell’ETS nel settore dell’aviazione, con l’obiettivo di estendere il meccanismo anche al trasporto marittimo e di favorire l’accelerazione sull’impiego di carburante sostenibile. Per le automobili, invece, i provvedimenti proposti sono il raggiungimento di emissioni zero entro il 2035 e l’introduzione della tariffazione del carbonio per il trasporto su strada e il riscaldamento (ETS II).
È stato inoltre elaborato il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM), che introdurrebbe una tassa sul carbonio alle importazioni di alcuni beni provenienti da Stati con norme sul clima meno stringenti di quelle UE. L’obiettivo è raggiungere la piena attuazione della misura entro il 2032, per favorire la decarbonizzazione delle imprese commerciali e dei Paesi partner economici dell’UE evitando la delocalizzazione delle emissioni.
Infine, la Commissione ha proposto un taglio del 40% delle emissioni rispetto al 2005 per i settori che non rientrano nell’attuale sistema di scambio di quote, ovvero agricoltura, edilizia, gestione dei rifiuti e parte dei trasporti, tramite obiettivi concordati di emissione nazionale calcolati in base al PIL pro capite di ogni Stato membro e un meccanismo di aggiustamento per i Paesi svantaggiati. A tali scopi, l’UE è intenzionata a fare uso delle capacità di assorbimento delle foreste europee per la riduzione dei gas serra e il miglioramento dei pozzi naturali di carbonio negli ambiti inerenti all’uso del suolo e della silvicoltura, con una riforma che agevolerebbe obiettivi ancora più ambiziosi del 55% fissato per il 2030.
Per ulteriori dettagli e approfondimenti vai qui.