Il 2 febbraio è la Giornata Mondiale delle zone umide!
La data segna la firma della Convenzione sulle zone umide, accordo internazionale firmato nel 1971 da 169 paesi, a Ramsar in Iran. La missione della Convenzione è “ la conservazione e il saggio utilizzo di tutte le terre umide attraverso azioni locali e nazionali e la cooperazione internazionale, come contributo al raggiungimento dello sviluppo sostenibile in tutto il mondo”.
Per zone umide, ai sensi della Convenzione, si intendono distese di paludi, di torbiere, di acque artificiali o naturali, permanenti o temporanee, dove l’acqua è stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese distese di acqua marina la cui profondità non superi i sei metri.
Sulla base del Ramsar Fact Sheet “Wetlands: Why should I care ?” dal 1900 ad oggi sono scomparse il 64% delle terre umide, e l’87% rispetto al 1700. Le cause sono varie, dallo sfruttamento intensivo delle risorse, agli scarichi industriali e civili, alle sostanze inquinanti utilizzate nell’agricoltura.
Le zone umide sono fondamentali per la sopravvivenza della specie umana. In riferimento ad un articolo pubblicato dal WWF, Zone umide – Partecipa alla campagna “One Million Ponds”, ricordiamo che forniscono una grande quantità di servizi ecosistemici, quali la regolazione dei fenomeni idrogeologici, la depurazione delle acque, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità.
Il focus dell’edizione 2019 sarà “le zone umide e il cambiamento climatico”, tema che sottolinea l’importanza dei bacini delle zone umide come strumento per combattere gli stravolgimenti climatici che stanno colpendo il nostro pianeta.
Per celebrare questa giornata, vengono organizzate iniziative in tutta Italia e nel mondo! E noi, cosa possiamo fare? In che modo è possibile tutelare le zone umide?
Chiediamo ai nostri Esploratori dell’Acqua!!