ArtDiCo: un percorso emozionale nel Digital Storytelling Cafè

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Immagineart1Nella giornata di giovedì 14 luglio 2022, si è svolto virtualmente su zoom il primo Digital Storytelling Cafè del progetto ArtDiCo, rivolto ai partecipanti dei workshop di Digital StoryTelling che si sono tenuti in ognuno dei 7 Paesi partner del progetto (oltre all’Italia, Germania, Grecia, Lituania, Slovenia, Belgio e Portogallo).  Ogni partner ha facilitato la partecipazione a distanza del proprio gruppo locale, connettendosi insieme per sostenere la comunicazione tra i partecipanti in inglese e le attività di animazione organizzate.

Il progetto ArtDiCo (Art, Digitality and Corona: digital storytelling for people with little digital literacy –  new e-learning approaches), finanziato nell’ambito del programma europeo Erasmus+, ha messo in atto un percorso di promozione di storytelling digitale per persone con poca alfabetizzazione digitale, le quali, sulla base delle esperienze maturate durante la pandemia del Coronavirus, sono state accompagnate a muoversi nel virtuale, a impegnarsi nel settore dell’arte e a esprimersi in modo creativo grazie al supporto di formatori facilitatori, attraverso un percorso sperimentale che ha presentato i propri frutti durante l’evento virtuale Digital Storytelling Cafè

Il Caffè sulla storytelling digitale ha rappresentato una grande sfida superata egregiamente e con successo grazie alla sintonia creata tra i 7 partner di progetto e alla cooperazione che ha funzionato benissimo in modalità virtuale. Obiettivo del Caffè virtuale è stato quello di permettere alle persone partecipanti di poter condividere i propri lavori (storie digitali create durante il percorso ArtDiCo sul tema Arte e Corona) e di potersi confrontare per esprimere propri pensieri, pareri, emozioni e sentimenti rispetto al tema affrontato e all’esperienza vissuta del Corona virus e fornire un feedback sull’impatto che il progetto ha avuto sulle loro vite.

Le sfide affrontate:

  • L’utilizzo della lingua inglese – molti partecipanti non parlano e non comprendono l’inglese, quindi i partner hanno facilitato lo scambio a livello internazionale dei partecipanti, fornendo supporto linguistico sia per far esprimere i partecipanti che per far loro comprendere gli altri ed interagire. L’interazione è stata possibile attraverso attività non verbali: disegni e scelta di immagini che potessero rappresentare il proprio pensiero, i propri sentimenti e le proprie emozioni in modo che fossero facilmente condivisibili
  • L’essere in ambiente virtuale, non conoscersi per affrontare un tema piuttosto intimo relativo alla propria esperienza personale sul Coronavirus – in questo siamo riusciti a creare un’atmosfera amichevole e di confort per tutti, ed abbiamo dato spazio a tutti i video creati rispettando la volontà di condivisione dei singoli autori
  • La durata e l’attenzione: l’evento ha avuto una durata di 2 ore e mezzo, che sono volate con facilità grazie all’intensità dell’interazione creata e alla voglia, da parte di tutti, di ascoltare e vedere i lavori degli altri, nonostante fossero in lingua originale, sottotitolati in inglese, i messaggi sono arrivati forti e chiari ed hanno toccato il cuore e la pancia di tutti.

Il caffè virtuale è effettivamente un momento di confronto online per parlare di un determinato argomento in un ambiente informale, ma comunque organizzato. La narrazione è sempre stata un’occasione di socializzazione e, a seguito della pandemia da Covid-19, per molte persone il bisogno di trovare un luogo, che fosse virtuale o fisico, condividere le proprie storie o ascoltare quelle altrui è diventato più forte. È qui che ha agito lo storytelling cafè, grazie alla atmosfera amichevole creata.

Immagineart2In totale sono stati mostrati 18 video. Nella prima parte dell’incontro, a seguito di una breve introduzione fatta da tutti i partner, sono stati proiettati i primi 11 video realizzati dai partecipanti al progetto. I video sono stati realizzati nella lingua madre dei partecipanti con sottotitoli in inglese; dunque, per permettere a tutti i partecipanti di esprimere le proprie emozioni aldilà della barriera linguistica sono state utilizzate carte illustrate il cui significato è universale e non necessità parole. Immagineart3Successivamente, sono stati proiettati i video restanti ed i partecipanti sono stati invitati a disegnare sul momento per rappresentare le emozioni trasmesse dalle storie raccontate. Si è dato spazio alla creatività e alla fantasia: c’è chi ha disegnato un mare, chi ha disegnato il mondo come se fosse il virus, c’è chi ha espresso speranza nel futuro.

L’attività ha riscontrato un grande successo e ognuno ha partecipato attivamente, con particolare riferimento ai partecipanti del gruppo italiano, ritrovatosi in presenza presso la Parrocchia S.Caterina di Modena, che ha mostrato grande entusiasmo e voglia di collaborazione e confronto, stimolando tutti i gruppi. I learner hanno anche svolto un ottimo lavoro imparando ad utilizzare i dispositivi digitali e realizzando il video della propria storia durante il Coronavirus.

L’aspetto che maggiormente è emerso dall’evento e dalla condivisione dei lavori è stato lo stupore di aver espresso gli stessi sentimenti, di aver selezionato le stesse immagini, di aver ripreso, anche attraverso i disegni, sensazioni e percezioni comuni del proprio vissuto durante i mesi di pandemia.

I racconti hanno mostrato come le persone, nei momenti più bui, hanno cercato di creare un’opportunità, facendo emergere la luce della speranza, imparando ad adattarsi e a cambiare, sperando in una rinascita. Tutto ciò è stato mostrato in crescendo di coinvolgimento, dalla timidezza iniziale e difficoltà di comunicare per via dell’inglese, allo scambio e alla reazione in diretta rispetto alle immagini scelte che venivano man mano presentate, condivise e raccontate.

Immagineart4In particolare, anche dai feedback raccolti, il percorso ArtDiCo ha permesso di sviluppare nuove conoscenze e competenze digitali,   insieme ad una maggiore conoscenza dell’arte e della sua forza, ma soprattutto per aver messo a nudo le proprie emozioni e sentimenti rispetto al loro personale vissuto nel periodo della pandemia, riuscendo a utilizzare il mezzo digitale come strumento efficace per raccontarsi, per abbattere le proprie barriere, per esprimersi e mettersi alla prova e riuscire in ultimo ad elaborare il proprio vissuto e il proprio dolore in modo creativo, espressivo e comprensibile a livello globale, anche al di là della lingua utilizzata