L’Accordo di Partenariato è un documento previsto dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sui Fondi Strutturali e di investimento europei, con il quale gli Stati membri dell’UE definisce la propria strategia, le priorità di impegno dei fondi strutturali europei per la programmazione in corso. Il documento è quindi predisposto da ogni Stato membro in collaborazione con le istituzioni di livello centrale e locali e i partner economici e sociali, e poi approvato, in seguito ad un negoziato, dalla Commissione Europea.
Per la definizione del documento italiano per la programmazione 2021-2027 l’iter è cominciato a partire dal 2019, su indirizzo del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e coinvolgendo tutti i soggetti del partenariato istituzionale ed economico-sociale del Paese. Il negoziato formale con la CE si è avviato il 17 gennaio 2022, dopo la prima notifica della proposta italiana di Accordo a seguito dell’Intesa raggiunta in Conferenza Unificata il 16 dicembre 2021 e dell’approvazione del CIPESS nella seduta del 22 dicembre 2021. In realtà, il negoziato tra Italia e Commissione europea era già partito, dopo svariati confronti sul testo che avevano portato, nel giugno 2021, a una bozza dell’Accordo.
L’approvazione da parte della Commissione Europea era attesa per la fine di maggio 2022, ovvero entro 4 mesi dalla ricezione della proposta. Tuttavia, alcune osservazioni e richieste di chiarimenti riguardo ad alcuni aspetti critici dell’Accordo italiano hanno ritardato l’iter di approvazione. Ad oggi, la tabella di marcia sembra essere giunta agli step conclusivi poiché, in data 13 giugno 2022, la Ministra per il Sud e la coesione territoriale Carfagna ha annunciato la notifica del testo dell’Accordo di partenariato 2021-27 agli uffici della Commissione europea. La sottoscrizione formale dell’accordo è prevista per il mese di luglio.
Come sottolineato dalla Ministra Carfagna «l’obiettivo del nuovo ciclo dovrà essere quello di utilizzare al meglio ogni euro investito. Non un centesimo deve essere sprecato, come troppo spesso è successo in passato: una governance migliorata e la rinnovata consapevolezza di Stato e Regioni ci aiuteranno in questa direzione».
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