L’Unione Europea ha pubblicato il Rapporto sullo sviluppo sostenibile dell’Europa 2021, ormai giunto alla sua terza edizione. Il rapporto, preparato da un team di esperti indipendenti, analizza i progressi fatti dall’UE e dai suoi Stati Membri, includendo per la prima volta anche i paesi candidati, nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
Il rapporto è uscito in un momento storico in cui tutto il contesto europeo, e mondiale, è alle prese con la pandemia da Covid-19, che ha sicuramente influenzato i progressi europei verso lo sviluppo sostenibile. Infatti, per la prima volta dall’adozione degli SDSs nel 2015, il punteggio medio dell’indice SDG dell’UE non è aumentato, anzi è leggermente diminuito, principalmente a causa dell’impatto negativo della pandemia sull’aspettativa di vita, sulla povertà e sulla disoccupazione. Quindi, porre fine alla pandemia di Covid-19 è un prerequisito chiave per poter ripristinare e accelerare il progresso dei SDGs in Europa e nel mondo, che devono rimanere punti saldi di riferimento.
Il Rapporto mostra che l’UE deve accelerare i progressi verso molti obiettivi, ma le sue maggiori sfide deve affrontarle nei settori dell’agricoltura, del clima e della biodiversità (SDG 2 e 12-15) e nel rafforzare la convergenza degli standard di vita dei paesi. Ad esempio, la dieta della popolazione europea risulta infatti ancora poco bilanciata e caratterizzata da un consumo eccessivo di carne e zuccheri, comportamenti dannosi sia per l’ambiente che per la salute.
Il perseguimento europeo degli obiettivi in materia di clima e biodiversità deve quindi essere accompagnati da politiche sociali ambiziose per far sì che nessuno rimanga indietro. Sebbene ci siano sfide comuni a tutti i paesi, anche a Finlandia, Svezia e Danimarca (prime nel ranking calcolato nel Report), sono tuttavia evidenti profonde differenze tra i paesi del Nord e Sud Europa, e tra gli Stati Membri e quelli candidati all’adesione.
Secondo il Rapporto, strumenti europei come il Multiannual Financial Framework, il NextGenEU e la Recovery and Resilience Facility sono una potenza finanziaria fondamentale per accelerare la trasformazione dell’UE nel periodo 2021-2027, nonostante qualche mancanza.
Il Rapporto indica inoltre quattro azioni prioritarie per poter accelerare il ritmo dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi a livello europeo e internazionale, generalmente troppo lento per raggiungere i SDGs entro il 2030:
- pubblicare una dichiarazione congiunta da parte della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo per riaffermare l’impegno per l’attuazione dell’Agenda 2030;
- redigere una comunicazione della Commissione Europea, individuando modalità, tempistiche e piani con cui l’UE intende realizzare i target dell’Agenda 2030;
- coinvolgere la società civile, rinnovando il mandato della Piattaforma multi-stakeholder o instaurando un nuovo meccanismo di mobilitazione;
- preparare una voluntary national review della Commissione Europea in vista del Summit dell’ONU sui SDGs che si terrà a settembre 2023, analizzando le priorità interne, le azioni internazionali e la diplomazia.