La Commissione Europea lancia CharactHer: mai più “lavori da uomo” nell’industria cinematografica e dei media

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L’industria cinematografica e dei media rappresenta un campo di battaglia importante per il raggiungimento della parità di genere: è il settore degli storytellers, coloro che raccontandoci la realtà ci offrono gli strumenti per interpretarla. Un’equa rappresentazione di genere nel cinema e nei media è fondamentale per evitare che si verifichi il fenomeno dell’annichilimento simbolico: la sottorappresentazione di alcuni gruppi di persone porta il pubblico a credere che quei gruppi non siano rilevanti o importanti per la società. Così, non vedere mai delle donne in determinati ruoli, porta a convincere che quei ruoli non siano adatti a loro, con delle conseguenze negative sulla libertà di scelta professionale.

È per questo che la Commissione Europea, in collaborazione con l’organizzazione francese Le Collectif 50-50, ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione “CharactHer, che punta proprio a sfatare gli stereotipi professionali nel cinema e nei media, e l’ha fatto dalla cornice del Festival di Cannes, uno degli appuntamenti pubblici più importanti per i professionisti del settore e tra i più seguiti dal pubblico.


La campagna fa leva sulla pubblicazione e diffusione di dodici video-interviste a professioniste del cinema e dei media che ricoprono con successo delle mansioni poco conosciute e stereotipicamente ritenute inadatte alle donne. L’obiettivo è quello rimuovere una delle barriere più determinanti per le disparità in ambito lavorativo, quella all’accesso, e diffondere la consapevolezza che non esistano lavori da donne e da uomini, ma solo un ampio ventaglio di possibilità professionali aperte a tutti.

Nel settore cinema e media, la disparità di genere è evidente, con una divisione specifica dei ruoli tra uomini e donne: le professioni prevalentemente maschili, svolte da donne in meno del 30% dei casi, sono il regista, lo sceneggiatore, l’operatore di macchina, il fonico e il compositore; le donne si occupano invece in maggioranza di costumi, trucco, hair-styling e casting. Come spiega l’infografica sul sito della campagna, la discriminazione avviene da entrambe le parti, ed è forte per tutti quei professionisti che ricoprono posizioni solitamente associate al genere opposto. 

“CharactHer” si rivolge anche alle scuole medie e superiori, alle scuole di cinema e a tutte le organizzazioni attive nel campo dell’educazione. Oltre alle interviste, che finora hanno portato sotto le luci dei riflettori la stuntwoman danese Anne Rasmussen, la direttrice dell’animazione rumena Anca Damian e la compositrice francese Uèle Lamore, sul sito ufficiale è disponibile un toolkit scaricabile gratuitamente, volto a formare i giovani (e chiunque voglia saperne di più) sull’empowerment nel settore cinema e media. Lo scopo è diffondere quanto più possibile l’esempio delle donne intervistate (con tanto di consigli per le giovani che si affacciano al mondo del lavoro) e i dati relativi ai settori dell’audiovisivo più colpiti dalle disparità, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi della Strategia per la Parità di Genere 2020-2025 della Commissione Europea.