Durante l’ultimo mese sono state adottate delle misure straordinarie per il contenimento del contagio da coronavirus. In Italia, inizialmente nelle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia- Romagna e recentemente in tutto il territorio nazionale, sono state chiuse scuole, luoghi pubblici, teatri, musei, luoghi di ristorazione, panifici. Molti eventi sono stati cancellati, i supermercati sono stati svuotati dai consumatori presi dal panico causato dalle notizie relative al #COVID-19. Tra i tanti settori, quello alimentare soffre un pesante impatto.
C’è un rischio molto elevato che questa situazione comporti una crescita notevole dello spreco alimentare. Quanto può un prodotto alimentare fresco rimanere a casa senza essere consumato? Riuscite a immagine quante tonnellate di cibo fresco potrebbe essere sprecato?
L’Italia ha attivato varie iniziative per prevenire lo spreco alimentare. Per esempio, a Milano, più di 3 tonnellate di cibo fresco, normalmente destinato alle scuole, sono state donate al Banco Alimentare e ad altre organizzazioni del terzo settore che aiutano a limitare i potenziali danni derivanti da questo allarme.
Tuttavia è doverosa una riflessione: è davvero necessario trovare questo tipo di soluzioni solo durante la crisi legata al COVID-19? Sarebbe molto importante prevenire lo spreco alimentare e trovare soluzioni simili ogni giorno per un futuro sostenibile. Non ci dobbiamo dimenticare della crisi climatica che stiamo vivendo proprio adesso. Con o senza coronavirus.