Horizon 2020: bando di ricerca su migrazione e crisi dei valori europei

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Il programma Horizon2020 ha lanciato la prima fase di candidature al bando CULT-COOP-12-2017 dal titolo “Il significato dei valori fondamentali e culturali nella sfida delle migrazioni”. Il bando promuove la ricerca su come i valori fondamentali europei sono influenzati dalla sfida legata all’accoglienza dei migranti e dalle reazioni alla crisi migratoria ed economica.

Tali valori, come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, giustizia e diritti dei cittadini sono alla base dell’Unione Europea e sono enunciati nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE. Le reazioni degli Stati membri davanti ai flussi migratori, combinati con la recessione economica, hanno sottoposto a forte pressione questi valori e l’ideale di “Europa unita nella diversità”.

La migrazione verso l’Europa fa sorgere preoccupazioni riguardo al suo impatto in termini socio-economici e culturali e mette in discussione, non solo la natura dei valori fondamentali sopradescritti, ma anche la loro stessa esistenza. I più recenti sviluppi hanno visto una crescente tensione tra nazionalismi ed europeizzazione, ma anche il rafforzamento di movimenti della società civile per l’assistenza ai migranti e rifugiati. I valori, siano essi politici, filosofici, culturali, educativi o religiosi, sono per natura fluidi e soggetti a cambiamenti, processi storici, influenze esterne, continue negoziazioni e contestazioni. Ma allo stesso tempo possono essere espressi come fissi, immutabili, assoluti e sacri, e possono essere strumentalizzati.

La ricerca dovrebbe esplorare normativamente ed empiricamente come le reazioni suscitate dalle recenti migrazioni hanno influenzato i valori fondamentali europei. Questo può includere l’analisi di come i valori vengono definiti, inquadrati, concordati e tradotti in pratica nelle politiche e nelle iniziative di integrazione. Si dovrebbe indagare quali valori sono percepiti come fondamentali dalle persone, fino a che punto essi sono condivisi in Europa e come sono giustificati politicamente, culturalmente, religiosamente, qual è il loro ruolo percepito all’interno dei processi di integrazione.

Inoltre, la ricerca dovrebbe concentrarsi sugli sviluppi storici e filosofici, le basi giuridiche, le rappresentazioni artistiche e le contestazioni e riconcettualizzazioni contemporanee. Un’attenzione particolare deve essere posta infine sulla memoria culturale che può diventare, al tempo stesso, più intangibile e più essenziale per le persone il cui patrimonio storico è stato deliberatamente distrutto.

Possono partecipare al bando amministrazioni locali, nazionali e regionali, centri/enti di ricerca, enti di formazione, istituti di statistica, ONG, organizzazioni internazionali, non profit, scuole, università. I Paesi ammissibili sono, oltre ai 28 Stati membri, gli Stati EFTA/SEE, i Paesi candidati e potenziali candidati all’UE, i Paesi della Politica europea di Vicinato, i Paesi PTOM e la Svizzera.

Il budget totale della call è di 27,5 milioni di euro, il contributo indicativo per progetto dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,5 milioni di euro a copertura di un massimo del 70% dei costi totali ammissibili. Il partenariato deve essere composto da almeno 3 soggetti di 3 Stati membri o paesi associati.

La valutazione delle candidature avviene su 2 fasi. La prima fase richiede la presentazione di una versione sintetica del progetto a cui seguirà la candidatura completa solo per coloro valutati positivamente.

La scadenza per la 1° fase è fissata al 2 febbraio 2017. La scadenza per la 2° fase sarà il 13 settembre 2017.

Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina ufficiale del bando.