Sì ai costi semplificati nei Fondi strutturali ma servono miglioramenti

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La DG REGIO ha di recente pubblicato uno studio sull’applicazione e l’efficacia delle Opzioni Semplificate in materia di Costi (OSC) nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei (SIE).

Lo studio valuta l’utilità delle OSC, in particolare durante la programmazione 2007-2013, periodo nel quale sono state introdotte. Lo studio rileva, anche sulla base di indagini svolte presso stakeholder e Autorità di gestione, che ancora molto si può fare per rendere la semplificazione davvero concreta.

Le misure introdotte durante il 2007-2013 erano estese solo al Fondo Sociale Europeo e al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e sono:

finanziamenti a tasso forfettario (flat-rate financing of indirect costs) ossia la possibilità per gli Stati membri di dichiarare i costi indiretti su base forfettaria fino al 20% dei costi diretti di un’operazione;

tabelle standard di costi unitari (standard scales of unit costs);

importi forfettari (lump sums).

Quando si fa uso dei costi semplificati, i costi ammissibili sono calcolati secondo un metodo predefinito basato sugli output, sui risultati del progetto o su altri costi. Non è più necessaria, quindi, la tracciatura di ogni euro di spesa cofinanziata in modo da risalire ai singoli documenti d’appoggio: questo è il punto chiave dei costi semplificati e riduce notevolmente gli oneri amministrativi. In questo modo, le risorse umane e gli sforzi amministrativi necessari per la gestione dei Fondi possono essere maggiormente concentrati sul raggiungimento degli obiettivi strategici. Questo approccio facilita inoltre l’accesso ai Fondi da parte dei beneficiari di piccola entità grazie alla semplificazione del processo gestionale e contribuisce a un uso più corretto dei Fondi grazie a un tasso d’errore più contenuto.

Nel periodo 2014-2020 le OSC sono divenute applicabili a tutti i SIE (quindi anche al Fondo di Coesione, FEASR e FEAMP) a condizione che gli aiuti siano concessi in forma di sovvenzioni e assistenza rimborsabile. Inoltre, il finanziamento a tasso forfettario, prima usato solo per i costi indiretti, è stato ammesso per calcolare qualsiasi categoria di costi, mentre la soglia massima per gli importi forfettari è salita da 50.000 a 100.000 euro.

Nonostante un giudizio generalmente positivo da parte degli stakeholder rispetto alle OSC, risultano ancora numerosi i punti deboli. Secondo stakeholder in Estonia, Italia e Spagna, ad esempio, il quadro normativo non si adatta a sufficienza alla natura degli interventi cofinanziati dal FESR, soprattutto nel caso degli investimenti in infrastrutture. Alcune Autorità di gestione in Estonia, Italia, Paesi Bassi e Svezia, hanno segnalato l’incertezza normativa e l’eccessivo spazio per l’interpretazione, che spingono molte Autorità di gestione a scegliere le OSC già definite a livello Ue, anziché esplorare soluzioni adatte alle caratteristiche dei diversi Programmi operativi.

Un altro tema che emerge dallo studio è quello della necessità di una maggiore armonizzazione tra i differenti Fondi strutturali e di investimento europei. In Italia, diverse Autorità di gestione regionali hanno segnalato differenze di vedute tra DG Sviluppo regionale e DG Occupazione in materia di costi semplificati, mentre in Francia si segnala la mancanza di armonizzazione in tema di audit e controllo finanziario.

È stata sottoposta a valutazione anche la Guida ai costi semplificati che risulta a tratti troppo semplice o troppo tecnica e non adatta ai diversi tipi di progetti.

Alcuni Paesi hanno chiesto agli auditor nazionali delle valutazioni ex ante informali sulle loro metodologie per le OSC, mentre altri vorrebbero una valutazione ex ante obbligatoria da parte della Commissione europea.

Ecco le raccomandazioni che emergono dallo studio:

– affrontare gli ostacoli normativi riportati, in particolare quelli dovuti all’incompatibilità tra norme nazionali e comunitarie, anche avviando una riflessione congiunta tra Stati membri e Commissione

rafforzare le attività di consulenza e orientamento, sia a livello Ue che dei singoli Stati membri, per affrontare i problemi dell’incertezza normativa e dell’eccessivo spazio per l’interpretazione

migliorare la guida sulle OSC con esempi pratici o inserire consigli veloci su singoli schemi di OSC collegati a specifici Programmi operativi

– aumentare gli sforzi per promuovere l’uso delle OSC, attraverso eventi informativi e formativi e scambio di esperienze e buone pratiche.

completare l’armonizzazione delle regole tra fondi SIE coinvolgendo tutte le DG interessate.

Lo studio è scaricabile qui.